IL PARADOSSO n° 3 Febbraio 2006
IL CARO ESTINTO RICEVE AL FU-HOTEL

da Master Meeting Febbraio 2006

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Inventati negli USA, in Europa esistono e proliferano ormai da una ventina d’anni. L'Italia è in ritardo anche in questo campo, ma sta per recuperare il tempo perduto.
Nel cantiere si lavora a pieno ritmo e si conta di potere finalmente inaugurare entro maggio la nuova struttura, prima in Italia, un nuovo arrivo nel mondo dell'ospitalità, anche se l'ospite principale non sarà in grado di apprezzare la bontà del servizio e la giusta proporzione qualità-prezzo. Saranno gli altri a pagare per lui.
Venti rintocchi di campana annunciano l'imminente apertura della prima Casa Funeraria, il primo Albergo per il Caro Estinto. Potrebbe chiamarsi il Fu-Hotel, una costruzione chiara, liscia, geometrica, rettangolare e quasi oblunga, ma senza cornicioni vistosi che possano dare l'impressione del listato a lutto.
E' tempo di finirla con la banale consuetudine di parenti, amici, conoscenti e curiosi che attendono davanti al portone la discesa della cara salma sulle spalle dei becchini per poi mettersi in fila nel corteo e chiacchierare "allegramente" dei fatti propri, fino alla chiesa, dove quel prete la tira troppo in lungo con le esaltazioni del "fu", perche i defunti erano sempre i migliori di noi.
Si sta per cambiare pagina. Tutto questo rituale scompare o, quantomeno, resterà semiclandestino per quei pochi restii ad abbandonare le tradizioni.
D'ora in poi, l'appuntamento per parenti, amici, conoscenti, estimatori sarà fissato direttamente laggiù, di fronte al cimitero di Baggio, all'interno del nuovissimo, accogliente e festoso Fu-Hotel, dove, nell'attesa del loro arrivo, il caro estinto sarà già stato adeguatamente preparato per riceverli e, magari, anche truccato e ben sistemato nella poltrona d'onore della sala-banchetti come se fosse vivo per ricevere i dolenti, con un sorriso ben disegnato sulle labbra, o forse un macabro sogghigno.
La chicca dell'albergo, infatti, è proprio la sala-trucco, una beauty farm per il defunto, nella quale la salma può essere preparata, vestita, truccata affinché se ne possa conservare il più bel ricordo. Che diamine, bisogna pur dargli un estremo saluto in allegria, brindando al suo ultimo viaggio. Meglio dire la sua ultima gita.
I soliti americani c’insegnano il modo migliore per passare all'altro mondo. La cerimonia, magari in connessione internet, sarà completa in ogni particolare e nel ristorante lo chef avrà predisposto un pranzo degno delle circostanze con risotto al nero di seppia, ossibuchi, tiramisù, il tutto annaffiato con un ottimo lacryma Christi. Il brindisi, ovviamente, con un opportuno demi-sec e con l'oratore che, al levar dei calici, auspica “cento di questi giorni”.
Poi, nei sette salottini, per meglio completare la giornata, gli invitati, prima dell’addio definitivo, potranno anche accomodarsi per una partita a carte, un bel tressette col morto, centellinando un bicchierino di triple sec.



Paolo Torriani