IL PARADOSSO n° 5 APRILE 2006
IL SIGNORE È SERVITO

da Master Meeting APRILE 2006

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Il prototipo del cameriere nei romanzi, addirittura un maggiordomo, è l'impareggiabile Jeeves creato da Wodehouse, il cui contraltare può essere il Battista della letteratura gialla o popolare. Negli ultimi tempi ha preso piede, chissà perché, I'abitudine di chiamare familiarmente Mario il barman del club o dell'hotel. Non sappiamo, però, quale sia il toponimo del cameriere di ristorante. Sarebbe adatto e divertente che in un ristorante specializzato in pesce la cameriera fossa sarda e si chiamasse Alice.

Il cameriere tipo, sempre scattante e sorridente di fronte al cliente, nel suo intimo ha spesso un accentuato spirito critico. Per non perdere il posto mantiene un aplomb inappuntabile, ma se potesse sfogarsi quante ne direbbe. Di questo stato d'animo si è reso interprete Davide Dalfiume, cabarettista quarantenne bolognese, che ha fatto divertire il pubblico con il cameriere insofferente alle pignolerie del cliente.

Ha dipinto, per esempio, quello che, al cospetto degli amici della tavolata, recita la parte del grande intenditore ammirando o criticando le specialità del menu ma poi, al momento di ordinare, guarda soltanto a destra e, chissà perché, invece del risottino con i tartufi ( 15 euro più il costo della grattugiata se più o meno abbondante), sceglie le trenette al pesto che ne costano solo dieci e che, dice, “sono mesi che mia moglie non me le porta più in tavola”.

Avventori criticabili non si trovano soltanto in ristoranti più o meno di lusso, ma anche in una semplice, accogliente e colorita pizzeria dove il cliente pedante e abituato in ogni momento a spezzare il capello in quattro arriva al punto dell'esasperazione chiedendo una pizza ben cotta al centro ma morbida nel bordo che non deve essere troppo alto, mentre le foglioline di basilico debbono essere divisibili in quattro ma non in otto.

Dalfiume ha divertito il pubblico con scenette e sketch durante il festival di gastrumorismo "Culinaria risinterra" tenutosi l'estate scorsa a San Salvo (Chieti) e naturalmente ha stravinto nel settore "Gastrhomoridens" riservato ai comici. Un'altra sua gag di successo era dedicata alla famigliola al ristorante, con il babbo che fa il serioso, competente e autoritario, la mamma che bada a muoversi in modo di accentrare l'attenzione da parte dei vicini di tavolo, e il bimbo, il solito moccioso che si agita sulla sedia, si muove, si dondola finché non finisce per ruzzolare per terra.

Scena finale: la mamma gli urla “lo sapevo che cadevi” e lo sevizia con scappellotti e scapaccioni . “ Lo sapeva” sottolinea il comico, ma non lo aveva avvertito, tipico atteggiamento delle mamme vanesie che in pubblico pensano più che altro a se stesse. ~



Paolo Torriani