IL PARADOSSO n° 14 - DICEMBRE 2006
MORTI DI FAME, SÌ MA IN HOTEL 7 STELLE

da Master Meeting DICEMBRE 2006

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Parliamo di lusso. Che cosa importa se ogni giorno i telegiornali Rai e Mediaset dedicano servizi funerei sulle famiglie che non arrivano alla fine del mese, intervistando nel ricco Nord e non nei paesini sperduti della Sila) sconsolate massaie ai mercatini di frutta e verdura, tutte unanimi in coro a gridare che così non si può andare avanti. Resistere, resistere, resistere era stato il motto famoso del magistrato Borrelli, ma sembra che per gli italiani diventi sempre più difficile farlo. E non sanno ancora quanto costeranno esattamente le amare novità inventate da Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa.

Poi apri un giornale e un titolo a tutta pagina "nella cronaca di Milano ti urla: Galleria, notti da 4mila euro nell'hotel a 7 stelle. E spiega meglio: dal 15 dicembre apre "Town House", albergo extralusso con maggiordomo a disposizione 24 ore su 24 e chef in cucina anche di notte. Le ta-riffe precise, in realtà, oscillano fra gli 800 euro fino al top di 4000.

Allora non siamo tutti morti di fame, c'è qualcuno che va oltre la fine del mese e può conceder-si lussi e spese ben fuori dell'ordinario.-Ancor prima dell'inaugurazione esistevano già prenota¬zioni per il "tutto esaurito" nei primi- tre mesi. È più chic dirlo in inglese: full booked con l'arrivo di ospiti ovviamente illustri, attratti da questo nuovissimo "sette stelle" in mezzo alla Galleria di Milano, secondo "sette stelle" al mondo dopo il "Burj al Arab" di Dubai. Progettato dall'architetto Mocchetti, il Town House Galleria appartiene all'imprenditore Alessandro Rosso, figlio di Franco Rosso che fu tour operator di punta fino a pochi anni fa. In gran maggioranza, è chiaro, gli ospiti saranno stranieri perché noi, poveracci, stentiamo a tirare la fine del mese.

Evidentemente nel mondo – pur in mezzo a stridenti contraddizioni denunciate dalla demagogia senza che nessuno riesca a sanare almeno in parte gli squilibri (per risolvere il problema della fame nel mondo, basta aprire tanti ristoranti?) – cresce uno sfrenato desiderio di lusso. Lo testimonia anche un'altra iniziativa italiana, quella di Bulgari che, oltre ad ingioiellare la clientela più ricca, ha deciso di dirottarla verso i luoghi più paradisiaci.
Ha scelto per loro l'isola di Bali dove ha fatto costruire un resort che non teme confronti, con 59 ville destinate a personaggi extra al prezzo di 1 100 dollari a notte. Anche a Bali c'è un maggiordomo a piena disposizione del cliente e non manca una spa per seguire tutte le terapie asiatiche, europee e balinesi, con il clou rappresentato dall'Unforgettable Double Bulgari Lulur, un massaggio a quattro mani. Giurano che sia indimenticabile proprio come promette l'unforgettable del titolo. La privacy è assoluta. Per andarci bisogna mettersi in coda perché le prenotazioni hanno fatto il plenum per i prossimi mesi.

Anche nello shopping il lusso non conosce rallentamenti ma accentua vieppiù le sue lusinghe, trovando ovunque terreno fertile, andando anche all'assalto di nuovi mercati (Russia, Medio Oriente, India e prossimamente anche Cina). Bene lo sanno gli alfieri del lusso, oltre a Bulgari, Armani, Versace, soprattutto Gucci che, nonostante l'uscita di Domenico De Sole e Tom Ford con presagi funesti per il marchio, resta più che mai portabandiera in questo campo: basti pensare che la griffe fiorentina nei primi sei mesi del 2006 ha aumentato l'utile operativo di un sensazionale settanta per cento grazie alla corsa che mai si arresta verso borsette, abiti, occhiali, orologi, gioielli esposti in vendita nelle sue 211 boutique sparse nei punti più strategici del mondo.

Forse non sono invidiabili, ma ci sono ancora quelli che possono spendere.



Paolo Torriani