IL PARADOSSO n° 32 MAGGIO 2008
UNA STORIA ORRENDA: POTREBBE CAPITARE ANCHE A NOI

da Master Meeting MAGGIO 2008

Vai alla vignetta

Mentre mi accingo a scrivere questo articolo paradossale, mi rendo conto che prima della messa in pagina e della sua distribuzione, in sostanza prima che i miei soliti, ma affezionati venticinque lettori, di manzoniana memoria, possano leggerlo, passerà poco meno che un mese. Trenta giorni, insomma, ai quali bisogna aggiungere che i fatti narrati sono accaduti da circa due mesi. Per la precisione da cinquantaquattro giorni. Se tutto va bene l'inferno di Giorgia, nove anni, e Giovanni, tredici anni, durerà tre mesi certi ai quali bisogna aggiungere un ricordo doloroso che non li abbandonerà mai più.
Veniamo ai fatti. Siamo a Basiglio, detta Milano Tre, un Comune lombardo a un quarto d'ora di auto dalla città. Io ci abito da più di vent'anni e mi sembrava un bel modo di vivere. Lontano ma vicino alla metropoli, tanto verde, niente auto sulle strade interne, due laghi, il ponte giapponese, lo sporting club, le nutrie, i gufi, il canto degli uccelli e perfino, qualche volta; la lepre al mattino davanti alla porta di casa. Le abitazioni sono architettonicamente decorose e di un bel colore elegante simile al terra di Siena. Se poi a vederle bene e da vicino, e soprattutto se ci abiti, ti accorgi che non è tutt'oro quel che riluce. Questa città satellite l'ha ideata, voluta e costruita, Silvio Berlusconi. E, infine, per la completezza dell'informazione, Basiglio è il Comune più ricco d'Italia, almeno stando alle imposte che pagano i suoi residenti. Con una sola eccezione, che abbassa la media di tutti e che sono io. Fatta la battuta, torniamo a noi.
La maestra trova in classe un disegno naif ma inequivocabile con una didascalia che spazza ogni residua incertezza: "Tutte le domeniche Giorgia, per dieci euro, fa sesso con Giovanni. E le piace". Da questo momento tutto si muove come nei film degli anni venti quando l'operatore, volendo dare il senso della velocità, girava la manovella rapidamente. Le immagini correvano sullo schermo, tutti sgambettavano,con il famoso effetto della comica finale che ci fa ridere ancora adesso. Ora la maestra ha i nomi, ha la prova del presunto fattaccio e ha, soprattutto, il desiderio di ergersi ad angelo vendicatore. Vengono allertate le locali autorità scolastiche, i vigili, i carabinieri, la parrocchia e meno male che Basiglio, pur col bilancio più ricco d'Italia, non ha in budget anche le forze speciali e gli elicotteri. Se no sarebbero intervenuti anche questi.
Con una efficienza degna di miglior causa, nella stessa mattinata i bimbi frastornati vengono affidati all'assistenza sociale e messi in comunità protette. In pratica strappati ai genitori che non li vedono più. Quando riescono fugacemente e a visitarli, il disastro è già in atto: la bimba è febbricitante e ha cambiato carattere, il ragazzo rifiuta il cibo che, comunque, vomita subito. E ha perso tredici chili, per un tredicenne, un enormità. Ovviamente le quattro vittime, genitori e figli, si proclamano tutti innocenti al cento per cento. E poi arriva una signora coraggiosa per dire che il disegno incriminato è di sua figlia che frequenta la stessa scuola dei due indagati: in un misto di crudeltà e scemenza puerile ha fatto la frittata. Tutto risolto, quindi? Macchè.
Maggiorenti e autorità fanno muro, le piccole vittime non saranno restituite alla famiglia. Si formano comitati, la notizia passa ai giornali, va in Tv. Fanno un sit-in davanti al Comune. I cittadini, imbestialiti, non apprezzano la mancata presenza del Sindaco, delle maestre, del parroco. Però vedono arrivare i carabinieri che sgombrano la piazza.
Basiglio, mettiti una mano sulla coscienza e restituisci pace e dignità ad una famiglia distrutta e innocente.



Fulvio A.Scocchera